
Secondo diversi studi, i fumatori potrebbero essere più vulnerabili a contrarre l'infezione da Cov19 rispetto ai non fumatori.
Tale maggiore vulnerabilità sarebbe conseguenza dall’atto stesso del fumo: le dita, ed eventualmente le sigarette contaminate, arrivano a contatto con le labbra e questo aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca.
I fumatori, inoltre, a causa del fumo possono anche avere una malattia polmonare sottostante o una ridotta capacità polmonare e questo aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare forme di malattia gravi, come la polmonite.
Studi recenti condotti in Cina indicano un aumento significativo del rischio (di almeno 3 volte) di sviluppare polmonite severa da COVID-19 in pazienti con storia di uso di tabacco rispetto a non fumatori. Nel seguente paragrafo vi spieghiamo il perché.
I danni del fumo
Alcuni dati preliminari e limitati riportati dalla letteratura scientifica internazionale relativa alla COVID-19 suggeriscono la probabilità che l’abitudine al fumo possa essere associata a una maggiore gravità del quadro clinico della malattia. Oltre alla facilità di contrazione dovuta all’abitudine di portare le dita alla bocca, il CoVid19 potrebbe essere ancora più pericoloso per i fumatori a causa dei danni all’apparato respiratorio che possono essere di diverso tipo:
- irritazione alle vie respiratorie;
- aumento della prouzione di muco;
- riduzione delle difese immunitarie con un peggioramento del controllo sulle infezioni;
- aumento dell'incidenza di infezioni delle vie respiratorie;
- invecchiamento precoce del sistema polmonare;
- asma;
- bronchite acuta, poi cronica;
- enfisema
Un dato che potrebbe spiegare anche perché il COVID-19 sembra colpire ed essere più pericoloso per gli uomini (4,7%) rispetto alle donne (2,8%): in Cina, infatti, la percentuale di uomini fumatori supera di molto quella delle donne fumatrici.
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